“Ippodromo di San
Siro,
i migliori trainers d'Italia”.
Nostro
Servizio Speciale
Siamo
a metà agosto ma la giornata fa
presagire che l’estate milanese
è ormai terminata, la pioggia la
fa da padrona da più di due
giorni e le temperature sono
scese sensibilmente sotto la
media. Più che un clima
mediterraneo ricorda molto un
clima dell’Europa del Nord. La
mia destinazione stamattina è
l’Ippodromo di San Siro di
Milano, luogo a me caro non solo
per la passione innata dei
cavalli ma anche perché da mesi,
grazie alla tenacia di persone
come la Sig.ra Maria Sacco
(presidente del Comitato per la
Difesa dell’Ippodromo di Milano,
presidente Allenatori Galoppo
Milano ed ex-storica fantina
italiana), si svolge una
battaglia silenziosa tra
Istituzioni e settore ippico
affinché le piste di allenamento
dell’Ippodromo non vengano
dismesse e la loro destinazione
d’uso modificata da verde ippico
sportivo a terreno edificabile.
La tenacia e la
forza di Maria Sacco sono contagiose.
Arrivata a destinazione nel buio di una
Milano addormentata e vacanziera, i
cavalli già insellati sono pronti dalle
sei del mattino e non attendono altro
che correre su quelle meravigliose piste
sopra citate conosciute col nome di
Trenno e Maura che fanno da cornice a
tutto il comprensorio ippico milanese.
L’Ippodromo di Milano si pone, da oltre
un secolo, tra i più prestigiosi
palcoscenici ippici a livello mondiale.
Le sue piste di allenamento, immerse in
enormi spazi verdi di grande
suggestione, sono tra le più importanti
in Europa grazie ad una completa varietà
di percorsi…. Motivo della mia presenza
all’Ippodromo per quella giornata è
anche l’intervista per il giornale
‘Londra Sera’ con il Sig. Alduino Botti
del Team Fratelli Botti, uno dei più
grandi e riconosciuti allenatori di
cavalli in Italia e all’estero. Il Sig.
Botti mi riceve presso gli uffici della
sua scuderia sita all’interno
dell’Ippodromo di Milano, nell’area
delle vecchie scuderie.
Varcata la soglia ho
la sensazione di entrare in un’epoca
passata, dove la storia dell’Ippica del
nostro Paese si respira e si percepisce
ad ogni metro. E quella che io chiamo
‘Magia San Siro’ perché l’Ippodromo è
davvero un posto magico. Alduino Botti,
in questa conversazione informale mi
racconta di come è nato il Team Botti. 5
generazioni di Famiglia interamente
dedicate ai cavalli da corsa. Le origini
di questa formidabile famiglia di
allenatori, la cui bandiera non per
nulla porta il nome di Dioscuri (i
fratelli per eccellenza nella mitologia
greca), nasce nel 1950 quando Edmondo
Botti, di origine maremmana ma milanese
d’adozione, aprì una scuderia dopo
essere stato un buon fantino in piano e
in ostacoli. Nel 1969, dopo quasi un
ventennio di ottima carriera da
allenatore, alla sua morte, il testimone
venne preso dai figli Alduino e
Giuseppe. A 20 anni Alduino Botti
sognava di diventare fantino e per un
certo periodo ottenne anche numerosi
riconoscimenti vincendo un GR1, un Gran
Criterium e un Premio Parioli. Il
destino però volle per lui una strada
diversa e, a causa della sua statura
troppo elevata, dovette a malincuore
rinunciare alla carriera di fantino e
trasformare quella passione e dedizione
in una carriera ippica fatta di vittorie
come allenatore di cavalli. La carriera
dei Fratelli Botti, prende da subito il
decollo e 30 anni più tardi, dopo 36
scudetti vinti, onorificenze e premi
vari diventano gli allenatori di cavalli
da corsa più importanti in Italia e più
riconosciuti all’estero. Le Scuderie
Dioscuri vantano ad oggi 200 cavalli tra
i centri di allenamento di Milano e
quello di Cenaia Crespina in Provincia
di Pisa. Il Sig. Alduino Botti mi parla
delle differenze di allenamento tra
Italia ed estero - citando soprattutto
la Gran Bretagna, dove tra l’altro suo
figlio Marco ha un centro di allenamento
a New Market - facendomi riflettere sul
fatto che anche i fattori climatici del
nostro Bel Paese non vengono in aiuto a
questo tipo di attività. Ad esempio, gli
allenamenti che si effettuano nel
periodo primaverile ed estivo possono
raggiungere temperature e tassi di
umidità superiori alla media, che
costringono un dispendio di energie e
liquidi molto elevato per i cavalli,
mentre in Inghilterra, si raggiungono
temperature che difficilmente superano i
28°C, se ci aggiungiamo che le piste di
allenamento anglosassoni vantano la
particolarità di essere poste in
‘salita’, si ottengono allenamenti che
possono, con l’andare del tempo,
produrre maggiori risultati. A tal
proposito mi cita il loro centro di
Allenamento a Cenaia Crespina (Pisa), 35
ettari di terreno dove sono stati
allenati alcuni campioni quali: Ramonti,
Silver Cup e Becrux che sono sicuramente
entrati nella storia del galoppo
italiano e mondiale. A Pisa, ormai da 12
anni, si occupano a pieno titolo
dell’allenamento Stefano e Endo Botti. -
A suo avviso cosa manca all’ippica
italiana per essere competitiva come
quella degli altri Paesi europei?
“Il settore è in crisi ormai da diversi
anni non solo per colpa della politica
italiana, ma anche perché la ‘moda’
delle scommesse online, del
superenalotto e delle macchinette per i
giochi d’azzardo hanno spostato
l’attenzione degli scommettitori - un
tempo totalmente dedicata al settore
ippico grazie alle giocate del vecchio
Totip - a quest’ultime forme di gioco
che, per le Aziende che gestiscono le
scommesse, sono sicuramente più
redditizie e veloci. La mancanza di
aziende sponsor all’interno del settore
ippico-Italia è la spada di Damocle che
fa cadere la testa. All’estero è
diverso, gli sponsors pagano i premi
destinati alle corse e molti degli
stessi premi sono dedicati o portano il
nome dello sponsor stesso”. - E
perché in Italia non avviene?
“Principalmente credo perché non c’è la
TV che ci segue perché secondo lei
un’azienda dovrebbe investire se il suo
brand non viene visto da un pubblico
consistente? In secondo luogo sono
convinto che molte persone in Italia
considerano l’ippica un ‘brutto
settore’, legato a scommesse clandestine
e giri loschi.Purtroppo i media tendono
a fare di tutta un’erba un fascio. Un
articolo che cita un’unica corsa
clandestina disputata magari
sull’asfalto in uno sparuto paesello
equivale per i nostri media a mettere in
croce l’intero mondo dell’Ippica che
invece è fatto di veri professionisti e
gente onesta che si sveglia tutti i
giorni alle 5 del mattino per allenare i
cavalli”. - Forse i professionisti
stessi dovrebbero impegnarsi di più per
risollevare le sorti di questo sistema,
e come? “Riqualificando gli
Ippodromi stessi, incrementando la
comunicazione sia per gli eventi ippici
che per quelli affini al settore ippico,
riportando il pubblico agli Ippodromi e
alle corse per il gusto di partecipare
ad una vera emozione. A Milano, durante
le corse 30 anni fa, il vero pubb l i c
o dell’Ippodromo era costituito da
famiglie con i bambini. Il nostro non è
più uno sport vero e proprio, è
diventato un business, dove si gareggia
solo per vincere e g u a d a g n a r e
soldi, l’introito economico ha preso il
sopravvento sulla competizione sportiva,
si gareggia solo per un ritorno
economico”. Nel salutare il Sig. Alduino
Botti gli chiedo la possibilità di fare
una foto per il giornale, ci troviamo
nel cortile delle scuderie dove c’è un
continuo via-vai di cavalli, artieri e
fantini…. posa di rito e foto scattata.
Ringrazio per la cortesia e la
disponibilità il Sig. Alduino Botti e
nel congedarmi, alzando lo sguardo in
alto, mi accorgo solo in un secondo
momento che è uscito anche il sole. Quel
posto è proprio magico.
Magdalen Rodighiero
Ippodromo di
San Siro, i
migliori
trainers
d'Italia
a destra
Alduino
Botti
(Scuderie
Dioscuri)