Le
famiglie
italiane
sono
tra
le
più
ricche
del
mondo,
e
questo
grazie
alla
loro
propensione
all’investimento
immobiliare,
secondo
il
bollettino
di
Bankitalia
che
mette
in
luce
anche
il
fatto
che
la
ricchezza
netta
è
pari
a
7,64
volte
il
reddito
disponibile
(contro
7,60
del
Regno
Unito,
7,50
della
Francia,
5,44
del
Canada
e
4,90
degli
Stati
Uniti).
Tuttavia
le
famiglie
italiane
sono
sensibilmente
in
ritardo
per
quanto
riguarda
le
attività
finanziarie:
esse,
nel
2008,
risultavano
pari
a
oltre
3
volte
il
reddito
disponibile,
un
rapporto
inferiore
a
quello
di
USA
e
Regno
Unito
(rispettivamente
3,88
e
4,24)
ma
superiore
a
quello
di
Germania
e
Francia
(2,83
e
2,85).
Nel
confronto
internazionale
le
famiglie
italiane
risultano
poco
indebitate;
a
fine
2008
l’ammontare
dei
debiti
era
stato
pari
al
78%
del
reddito
disponibile
lordo:
in
Germania
e in
Francia
esso
risultava
pari
a
circa
del
100%,
negli
Stati
Uniti
e in
Giappone
al
130%.
Sempre
secondo
la
Banca
d’Italia
il
41%
dei
debiti
delle
famiglie
italiane
è
rappresentato
dai
mutui
per
l’acquisto
della
casa.
Dai
dati
di
Bankitalia
emerge
però
che
sempre
più
la
ricchezza
è
concentrata
in
poche
mani:
“Molte
famiglie
detengono
livelli
modesti
o
nulli
di
ricchezza
mentre
all’opposto
poche
dispongono
di
una
ricchezza
elevata”
rivela,
infatti,
il
rapporto,
che
conferma
che
la
povertà
è in
lenta
e
graduale
crescita
e
che
tra
il
2007
e il
2008
la
ricchezza
è
calata
del
3,5%
a
prezzi
correnti,
e
del
6,5%
a
prezzi
costanti.
A
commentare
il
bollettino
di
Bankitalia
il
Codacons
che
ha
sottolineato
come
“i
dati
sulla
ricchezza
delle
famiglie”
confermano
quello
che
vanno
ripetendo
dal
2002,
ovvero:
“dall’introduzione
dell’euro,
le
diseguaglianze
sono
cresciute
per
via
dell’aumento
del
costo
della
vita”.
L’associazione
dei
consumatori
ha
sottolineato
poi
che
“ormai
ci
sono
23
milioni
di
italiani
che
sono
a
rischio
povertà
e
che
faticano
ad
arrivare
alla
fine
del
mese,
ossia
più
di
un
terzo
della
popolazione”.
In
allarme
anche
il
presidente
nazionale
delle
Acli,
Andrea
Olivero:
“La
concentrazione
della
ricchezza
nelle
mani
di
poche
famiglie
non
è
solo
una
offesa
al
senso
di
giustizia
e
alla
coesione
sociale,
ma
rappresenta
oggettivamente
un
ostacolo
alle
prospettive
di
crescita
del
Paese”.
Secondo
il
rapporto
di
Bankitalia
il
45%
della
ricchezza
complessiva
delle
famiglie
italiane
è in
mano
al
10%
delle
famiglie.
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