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NUMERO 1, Gennaio 2011

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Cerca fra i nostri servizi, usa parole italiane come ad es: "vino", "moda"... Appariranno  pagine con la cronaca dell'evento italiano in Uk che cercavi.

 

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Messaggio dell'Ambasciatore d'Italia ai connazionali in Gran Bretagna
 

E’ con grande piacere che estendo alla comunità italiana nel Regno Unito i migliori auguri di Buon Anno. Spero che il 2011 possa essere un anno sereno e ricco di soddisfazioni per voi e per le vostre famiglie. Nel 2011 l’Italia compie 150 anni. Ritengo sia doveroso che tutti noi italiani, residenti all’estero o in Italia, ci uniamo per ricordare la storica impresa che ha portato all’indipendenza e quindi all’unità del nostro paese. Celebrando questo evento non solo ricorderemo un momento cruciale della nostra storia ma terremo anche vivo il nobile ideale di un’Italia unita, prospera e democratica. L’Ambasciata e la rete dipendente continueranno ad adoperarsi per fornire alla collettività, nonostante la perdurante difficile congiuntura economica, servizi efficienti e quanto più possibile rispondenti alle esigenze dei nostri connazionali, sfruttando anche le moderne innovazioni tecnologiche. Rinnovo quindi l’augurio di Capodanno a tutti voi.

Alain Giorgio Maria Economides Ambasciatore d’Italia nel Regno Unito

 
GLI ITALIANI ALL’ESTERO RENDONO GRANDE L’ITALIA
Messaggio del Presidente Napolitano
 

“Buon Anno a voi tutti, italiane e italiani di ogni generazione, in Italia e all'estero. Siamo stati anche nel corso del 2010 dominati dalle condizioni di persistente crisi e incertezzadell'economia e del tessuto sociale, e ormai da qualche tempo si è diffusa l'ansia del non poterci più aspettare- nella parte del mondo in cui viviamo - un ulteriore avanzamento e progresso di generazione in generazione come nel passato. Ma non possiamo farci paralizzare da quest'ansia : non potete farvene paralizzare voi giovani. Dobbiamo saper guardare in positivo al mondo com'è cambiato, e all'impegno, allo sforzo che ci richiede. Che esso richiede specificamente e in modo più pressante a noi italiani, ma non solo a noi: all'Europa, agli Stati Uniti. Se il sogno di un continuo progredire nel benessere, ai ritmi e nei modi del passato, è per noi occidentali non più perseguibile, ciò non significa che si debba rinunciare al desiderio e alla speranza di nuovi e più degni traguardi da raggiungere nel mondo segnato dalla globalizzazione.

E innanzitutto è conquista anche nostra, è conquista della nostra comune umanità il rinascere di antiche civiltà, il travolgente sviluppo di economie emergenti, in Asia, in America Latina, in altre regioni - anche in Africa ci si è messi in cammino - rimaste a lungo ai margini della modernizzazione. È conquista della nostra comune umanità il sollevarsi dall'arretratezza, dalla povertà, dalla fame di centinaia di milioni di uomini e donne nel primo decennio di questo nuovo millennio. Paesi e popoli con i quali condividere lo slancio verso un mondo globale più giusto, più comprensivo dell'apporto di tutti, più riconciliato nella pace e in uno sviluppo davvero sostenibile.

È in effetti possibile un impegno comune senza precedenti per fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità di questo grande tornante storico. Siamo tutti chiamati a far fronte ancora alla sfida della pace, sempremessa a dura prova da persistenti e ricorrenti conflitti e da cieche trame terroristiche : della pace e della sicurezza collettiva, che esigono tra l'altro una nuova assunzione di responsabilità nella Comunità Internazionale da parte delle grandi potenze emergenti. Siamo chiamati a cogliere le opportunità di un processo di globalizzazione tuttora ambiguo nelle sue ricadute sul terreno dei dirittidemocratici e delle diversità culturali, ed estremamente impegnativo per continenti e paesi - l'Europa, l'Italia - che tendono a perdere terreno nell'intensità e qualità dello sviluppo.

Abbiamo bisogno di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare : proprio per poter suscitare unvasto moto di energie e di volontà, capace di mettere a frutto tradizioni,risorse e potenzialità di cui siamo ricchi. Quelle cheabbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant'anni di Italia unita.

Celebrare quell'anniversario, come abbiamo cominciato a fare e ancor più faremo nel 2011, non è perciò un rito retorico. Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoriae coscienza del passato. Ci serve, ci aiuta, ripercorrere nelle sue asprezze e contraddizioni il cammino che ci portò nel 1861 a diventare Stato nazionale unitario, ed egualmente il cammino che abbiamo successivamente battuto, anche fra tragedie sanguinose ed eventi altamente drammatici. Vogliamo e possiamo recuperare innanzitutto la generosità e lagrandezza del moto unitario : e penso in particolare a una sua componente decisiva, quella dei volontari. Quanti furono i giovani e giovanissimi combattenti ed eroi che risposero, anche sacrificando la vita, a quegli appelli per la libertà e l'Unità dell'Italia! Dovremmo forse tacerne, e rinunciare a trarne ispirazione? Ma quello resta un patrimonio vivo, cui bensi può attingere per ricavarne fiducia nelle virtù degli italiani, nel loro senso del dovere comune e dell'unità, e nella forza degli ideali.

Il futuro da costruire - guardando soprattutto all'universo giovanile- richiede un impegno generalizzato. Quell'universo è ben più vasto e vario del mondo studentesco. A tutti voi italiani, in Italia e nel mondo, rivolgo ancora la più netta messa in guardia contro ogni cedimento alla tentazione fuorviante e perdente del ricorso alla violenza. In particolare, poi, invito ogni ragazza e ragazzo delle nostre Università a impegnarsi fino in fondo, a compiere ogni sforzo per massimizzare il valore della propria esperienzadi studio, e li invito a rendersi protagonisti, con spirito critico e seria capacità propositiva, dell'indispensabile rinnovamento dell'istituzione Università e del suo concreto modo di funzionare. Sì, possiamo ben aprirci la strada verso un futuro degno delgrande patrimonio storico, universalmente riconosciuto, della Nazione Italiana. Facciano tutti la loro parte : quanti hanno maggiori responsabilità - e ne debbono rispondere - nella politica enelle istituzioni, nell'economia e nella società, ma in pari tempo ogni comunità, ogni cittadino.

Sentire l'Italia, volerla più unita e migliore, significa anche questo,sentire come proprio il travaglio di ogni sua parte, così come il travaglio di ogni sua generazione, dalle più anziane alle più giovani. A tutti, dunque, agli italiani in Italia e ai nostri emigrati che vivono e lavorano all'estero, il mio augurio affettuoso, il mio caloroso buon 2011.

Giorgio Napolitano

 
SEMPRE PIÙ PERSONE LEGGONO LONDRA SERA
 

Benvenuti a questo primo numero dell’anno nuovo. Nell’occasione vi facciamo tanti auguri per un felice e prospero 2011, che porti a voi ed ai vostri cari tanto benessere e tanta gioia. Da parte nostra, cercheremo di darvi sempre un settimanale ricco di novità che apre le porte ad un mondo italiano, impegnato ad informarvi nel migliore dei modi e a rendervi partecipi di tutto quello che succede tra i nostri connazionali residenti in Gran Bretagna.

Grazie e Buona Lettura !

 

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