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"La
globalizzazione, gli spostamenti e le
migrazioni hanno ripercussioniinevitabili
sulle città. Si stima che gli spostamenti in
atto avrannocome conseguenza, nel 2015, la
formazione di 35 città con oltre 10 milioni
di abitanti e da qui al 2030, più di cinque
miliardi di personevivranno in una
metropoli", ha dichiarato il sottosegretario
Enzo Scotti. "La crisi urbana – per il
Sottosegretario - è una questione che ha a
che fare, anche se in modo diverso, con
tutte le città del pianeta che divengono
luogo d’incontro e di opposizioni, un
‘porto’ che accoglie flussi di cose, di
persone e di informazioni. L’Italia ha
voluto promuovere un’iniziativa, nell’ambito
delle attività promosse dalle Nazioni Unite,
per affrontare ciò che è stato definito, a
giusto titolo, come il tema dominate del
XXImo secolo, ovvero la trasformazione della
città multirazziale in città interetnica.
Città che dovrà garantiread ogni cittadino
la più ampia possibilità di accesso ai
luoghi, ai servizi, e alle informazioni, e
nella quale ogni differenza deve potersi
esprimere liberamente"."La discussione a
margine dell’Assemblea generale delle
Nazioni Unite, è stata organizzata
dall’Italia in collaborazione con il Canada,
l’Alleanza delle civilizzazioni Onu,
l’Organizzazione internazionale per le
migrazioni, e con la partecipazione tra gli
altri, del programma "UN-Habitat" e della
Fondazione Aldo della Rocca, dedita allo
studio dell’urbanismo. La discussione ha
permesso di focalizzare l’attenzione sulle
ragioni della crisi della città ponendo,
nello stesso momento, le basi per uno studio
dei rimedi possibili". Secondo Scotti, è
noto "che un’architettura del dialogo e
dell’incontro, grazie al recupero di ciò che
è già esistente e la costruzione di
polifunzionali e di unità di vicinato
conduce ad un’ottica di rete e non piùdi
gerarchia, all’utilizzo delle
nano-tecnologie per una maggiore equità
d’accesso ai servizi più avanzati e
all’ottimizzazione dell’utilizzo delle
risorse naturali. La filosofia ‘chilometri
zero’ ha il fine di ridurre progressivamente
la distanza tra produttori e consumatori di
beni e diservizi. Una cultura del benessere
urbano basata da un lato sul triangolo
abitazione-salute-istruzione, e dall’altro
sulla prevenzione dei disastri naturali".
Per il sottosegretario, "bisogna concentrare
gli sforzi di tutti sulla determinazione dei
modelli di integrazione. Si tratta della
città di oggi, divenuta nello stesso tempo
luogo di incontro e di conflitti, di
diversità e di somiglianza, di risorse e di
problemi". Da questo punto di vista, "il
prossimo passo per il quale l’Italia si
attiverà è l’organizzazione in Italia di una
Conferenza internazionale sulla città
interetnica fissata per il prossimo autunno,
che dovrebbe svolgersi in una città italiana
che abbia diversi fattori di crisi e possa
tuttavia essere un laboratorio di
soluzioni"."Tutto ciò – conclude - con il
valore aggiunto apportato dai numerosi
attori internazionali che hanno giustamente
sede a Ginevra: Organizzazione
internazionale per le migrazioni, HCR, OMS,
UIT, Alto Commissariato dei diritti
dell’uomo, per nominarne solo alcuni".
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