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LONDRA SERA
NUMERO 8, 1-7 marzo 2010 
 

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L’ITALIA E L’URBANIZZAZIONE

 

"La globalizzazione, gli spostamenti e le migrazioni hanno ripercussioniinevitabili sulle città. Si stima che gli spostamenti in atto avrannocome conseguenza, nel 2015, la formazione di 35 città con oltre 10 milioni di abitanti e da qui al 2030, più di cinque miliardi di personevivranno in una metropoli", ha dichiarato il sottosegretario Enzo Scotti. "La crisi urbana – per il Sottosegretario - è una questione che ha a che fare, anche se in modo diverso, con tutte le città del pianeta che divengono luogo d’incontro e di opposizioni, un ‘porto’ che accoglie flussi di cose, di persone e di informazioni. L’Italia ha voluto promuovere un’iniziativa, nell’ambito delle attività promosse dalle Nazioni Unite, per affrontare ciò che è stato definito, a giusto titolo, come il tema dominate del XXImo secolo, ovvero la trasformazione della città multirazziale in città interetnica. Città che dovrà garantiread ogni cittadino la più ampia possibilità di accesso ai luoghi, ai servizi, e alle informazioni, e nella quale ogni differenza deve potersi esprimere liberamente"."La discussione a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata organizzata dall’Italia in collaborazione con il Canada, l’Alleanza delle civilizzazioni Onu, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, e con la partecipazione tra gli altri, del programma "UN-Habitat" e della Fondazione Aldo della Rocca, dedita allo studio dell’urbanismo. La discussione ha permesso di focalizzare l’attenzione sulle ragioni della crisi della città ponendo, nello stesso momento, le basi per uno studio dei rimedi possibili". Secondo Scotti, è noto "che un’architettura del dialogo e dell’incontro, grazie al recupero di ciò che è già esistente e la costruzione di polifunzionali e di unità di vicinato conduce ad un’ottica di rete e non piùdi gerarchia, all’utilizzo delle nano-tecnologie per una maggiore equità d’accesso ai servizi più avanzati e all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse naturali. La filosofia ‘chilometri zero’ ha il fine di ridurre progressivamente la distanza tra produttori e consumatori di beni e diservizi. Una cultura del benessere urbano basata da un lato sul triangolo abitazione-salute-istruzione, e dall’altro sulla prevenzione dei disastri naturali". Per il sottosegretario, "bisogna concentrare gli sforzi di tutti sulla determinazione dei modelli di integrazione. Si tratta della città di oggi, divenuta nello stesso tempo luogo di incontro e di conflitti, di diversità e di somiglianza, di risorse e di problemi". Da questo punto di vista, "il prossimo passo per il quale l’Italia si attiverà è l’organizzazione in Italia di una Conferenza internazionale sulla città interetnica fissata per il prossimo autunno, che dovrebbe svolgersi in una città italiana che abbia diversi fattori di crisi e possa tuttavia essere un laboratorio di soluzioni"."Tutto ciò – conclude - con il valore aggiunto apportato dai numerosi attori internazionali che hanno giustamente sede a Ginevra: Organizzazione internazionale per le migrazioni, HCR, OMS, UIT, Alto Commissariato dei diritti dell’uomo, per nominarne solo alcuni".

 

 

 

 

 

 
 

 

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