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Salvare San Siro |
A
colloquio con Maria Sacco,
storica fantina italiana |
(DALLA NOSTRA INVIATA SAGIDA
SYED) |
I l
mondo dell’ippica, come ogni sport, ha
regole ferree e soprattutto, essendo uno
sport ancora elittario, poco note al
grande pubblico ma non per questo non
affascina milioni di appassionati in
tutto il mondo. Hollywood gli ha
dedicato decine di film di successo a
dimostrazione che l’antico rapporto uomo
cavallo e’ sempre attuale anche se la
relazione e’ cambiata ed oggi questo
elegante quadrupede, intelligente e
sensibile non e’ piu’ considerato come
forza lavoro quanto amico da rispettare
forse anche in un tentativo di
espiazione collettiva per il suo
sfruttamento nel corso dei secoli. E’
possibile che ognuno dei nostri lettori
abbia giocato almeno una volta al Totip
oppure sia entrato in un betting office
inglese per puntare tutto su uno dei
favoritissimi, i cui nomi bizzarri ed
originali non fanno che alimentare la
leggenda che circola intorno a questi
fenomenali atleti del mondo animale.
Maria Sacco
con Alton Road
A
questo ambiente fatto di duri
allenamenti, di scommesse, di gare in
giro per i cinque continenti,
appartiene anche Maria Sacco, il cui
nome e’ entrato negli annali dell’ippica
nostrana per essere stata la prima donna
fantino italiana. Una storia, la sua
fatta di molti sacrifici e altrettante
soddisfazioni. Su ottomila gare
disputate 850 vinte e poi riconoscimenti
di ogni genere, ed oggi nota allenatrice
(il primo cavallo di Frank Dettori fu
allenato da lei) e Presidente del
Comitato per la Difesa dell’Ippodromo di
San Siro cui Maria sta dedicando molto
del suo tempo e per il quale si anima
come se dovesse lanciarsi verso l’ultimo
ostacolo prima del traguardo finale e
della vittoria: “ E’ stato costituito –
ci racconta - per la difesa di uno degli
ippodromi piu’ belli al mondo nonche’
polmone verde per Milano. In realta’ si
tratta di un Comitatone, nato
dall’unione di comitati preesistenti che
si sono unificati al fine di impedire
che il complesso venga venduto per
finalita’ diverse da quelle ippiche, per
trasformare la destinazione urbanistica
del comprensorio da verde sportivo e
verde ippico sportivo ed, infine per
collaborare alla gestione,
sensibilizzando l'U.N.I.R.E. (Unione
Nazionale Incremento Razze Equine) ad
impegnarsi ed a mantenere gli impegni
sulle sovvenzioni necessarie ed
indispensabili per la gestione”.
L’Ippodromo, una sterminata tappezzata
verde, potrebbe rischiare addirittura di
essere venduto dalla SNAI che e’
proprietaria dei terreni. Per salvare
quest’area dall’edificazione Maria e i
proprietari delle scuderie
dell’Ippodromo di Milano, gli allenatori
galoppo e trotto, i proprietari di
cavalli e tutto il personale addetto
(artieri e fantini) di Milano San Siro
hanno unito le proprie forze e le
proprie voci al fine di ottenere ascolto
dalle Istituzioni alle quali,
principalmente, si rivolgono. Grazie
all’azione congiunta del Comitato che ne
ha ampliato la visibilita’, l’Ippodromo
da corsa ha ottenuto il vincolo
monumentale anche se altre zone restano
a rischio. Questa campagna di
sensibilizzazione e’ recentemente
sbarcata sul network sociale Facebook
grazie anche alla collaborazione di
Magda Rodighiero che si adopera al fine
di rendere questo dibattito di dominio
pubblico. Maria, che e’ anche Presidente
Associazione Nazionale Allenatori
Galoppo di Milano, e, tra gli altri
riconoscimenti ha ottenuto anche il
Premio “Le Signore dell’Ippica”,
istituito nel 2001 in omaggio a Lydia
Tesio, allevatrice del mitico Ribot, e’
abituata a lottare. “Questo e’ sempre
stato ed e’ ancora in gran parte un
mondo dominato dagli uomini. Ai miei
tempi (negli anni Settanta, n.d.r.) era
ancora piu’ difficile imporsi. Oggi
questo trend sta cambiando. L’ippica ha
bisogno di persone, uomini o donne che
siano, con grandissima capacita’ di
concentrazione, disciplina nonche’
robustezza fisica e resistenza”. Tutte
doti che Maria ha sviluppato fin da
bambina e che ha dovuto mettere in
pratica quando fu rapita il 9 novembre
1978 da una banda di calabresi,
segregata per 4 mesi e rilasciata, dopo
il pagamento del riscatto, in via del
Centauro, proprio in prossimita’ di San
Siro. In una intervista di qualche anno
fa Maria confesso’ che grazie alla fede
non perse la certezza che tutto sarebbe
finito bene. L’impegno per la
salvaguardia dell’Ippodromo al confronto
di quel terribile momento e’ una
passeggiata per la volitiva Maria Sacco
ma la sua forza di volonta’ resta la
stessa anche in questa battaglia. |
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