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LONDRA SERA
NUMERO 26, 5-11
Luglio 2010
 

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Viva Coppi

FilippoTimo, IvanBasso

Chi non se lo immagina Fausto Coppi, ragazzetto di sette o otto anni che con la sua prima bicicletta scende (e poi risale) la strada che da Castellania lo porta a Carezzano dove frequenta la scuola elementare, poi a Villalvernia dove coltiva le prime amicizie e poi a Novi Ligure dove fa il garzone in una macelleria? Chi non e’ scosso da un brivido osservando le dolci colline tortonesi dove Fausto inizio’ ad irrobustire quei formidabili polpacci che lo avrebbero portato in giro per il mondo facendone il Campione che pedalo’ attraverso gli anni Quaranta e Cinquanta come una meteora destinata a brillare ancora oggi? Nell’immaginario collettivo Fausto Coppi e’ il prototipo del selfmade man: dalle origini poverissime ai flash dei fotografi e alle copertine patinate dei rotocalchi ad una ricchezza e popolarita’ immensa. Ma per chi e’nato da queste parti egli fa parte della propria mappatura genetica impossibile da ignorare, impossibile da non amare. Cosi’ Filippo Timo, classe 1983, percorrendo prima sul triciclo poi in bicicletta le stesse strade del famoso concittadino, crescendo tra i ricordi del nonno Angelo amico dei fratelli Coppi e sarto di Fausto, cominciando a sfogliare la corposa bibliografia sull’Airone di Castellania in casa del padre, matura in se’ l’idea di un romanzo storico sul Campionissimo, che comprenda tutta la sua epopea di ciclista ma anche di uomo dal destino costellato di tragedie, del cittadino del mondo ante litteram ma sempre legato alla sua terra tanto che il paesaggio nel libro “Viva Coppi” e’ protagonista lui stesso. Incontriamo Timo nella sua abitazione sulla strada verso Castellania. Laureato in Lettere Moderne all’Universita’ di Pavia dove sta completando un dottorato in Filologia Moderna, ha unito le sue due passioni, per la letteratura e per l’eroe della sua infanzia, in un libro di venti capitoli che da’ ampio rilievo anche ai periodi tralasciati dalle altre monografie. “Comunicai la mia decisione di scrivere un romanzo su Fausto a Marina, la figlia, nel giorno del suo sessantesimo compleanno, nel novembre del 2007 e inizio’ cosi’ questa bellissima avventura che si e’ conclusa a gennaio di quest’anno. Ho consultato le monografie dedicate a Coppi, circa novanta dal 1947 ad oggi ma mi sono soprattutto basato sui ricordi orali delle persone che lo conobbero direttamente, soprattutto Ettore Milano e Sandrino Carrea i due gregari a cui era piu’ legato e con cui condivise gioie e dolori”. Certosino come un filologo Timo non si e’ accontentato di filtrare le testimonianze dirette attraverso la lente del proprio estro letterario che rivela una penna scorrevole ed uno stile semplice diretto e per questo immediato ma ha stabilito una rigorosissima cronologia delle date e degli eventi della vita di Fausto in modo che il libro potesse essere anche un documento storico. Da esso emerge il Fausto popolare e quello piu’ introverso. “Sono due le anime di questo personaggio - continua Timo. Una esteriore, legata alla scalata di una notorieta’ tanto piu’ eccezionale in quanto conquistata partendo dalla poverta’che condivideva con la maggior parte degli italiani dell’epoca. Una fama tale al punto che re Baldovino del Belgio dovette aspettarlo con la sua corte nell’anticamera di un albergo, prima di poterlo incontrare. Ad essa va associata la sua sfortuna a livello umano. I lutti in famiglia: il padre, l’amatissimo fratello Serse (vittima di un incidente nel 1951 ad un giro del Piemonte) che gli faceva da contraltare per il carattere socievole e divertente, la sorella che il tumore si porto’ via in giovane eta’, nonche’ le vicende sentimentali fino alla sua stessa morte, giunta improvvisa, che lo ha consegnato all’Olimpo degli eterni giovani. E poi c’e’ l’anima piu’ profonda, ovvero la sua bonta’ e la sua generosita’ di cui moltissimi poterono beneficiare. In primo luogo le persone che lo aiutarono nella carriera. Si ricordo’ sempre di loro, avendo anche la disponibilita’ economica per farlo, senza mai sbandierarlo, con la semplicita’ del compaesano a cui non rinuncio’ anche quando divenne una stella del firmamento sportivo. Alla conclusione di una Milano Sanremo egli lascio’ ai suoi gregari tutti i doni, le medaglie e i mazzi di fiori ad eccezione di uno che era stato donato dai bambini di un orfanotrofio che aveva ricevuto una generosa donazione dal Campione”. Un aspetto, quest’ultimo che, in un’epoca di scandali nel mondo dello sport, compreso il ciclismo, e di caduta libera di valori, non puo’- che confermare la sua attualita’ al di la’ del tempo e dello spazio. Forse Fausto (come affettuosamente lo chiama sempre Filippo Timo) puo’ e deve essere un punto di riferimento per tutti, non solo per gli sportivi. Il romanzo che tocca le corde piu’ intime della sua vita straordinaria ce lo riporta a noi come era, anche secondo le parole di Piero Coppi, il cugino, che insieme ad altri ammiratori, collezionisti e mecenati, ne conserva viva la memoria. In questa corsa contro il tempo che inevitabilmente si porta via i testimoni oculari di questo personaggio che Castellania ha donato all’Italia e l’Italia al mondo intero (in Inghilterra era molto amato, anche perche’, prigioniero di guerra in un campo britannico aveva dimostrato la sua umanita’ ed amicizia nei confronti dei vari ranghi dell’esercito, imparando da solo l’inglese e diventando amico di Orson Welles) Filippo aggiunge:“ Mi piacerebbe che le memorie che riguardano il Campionissimo fossero istituzionalizzate: che i luoghi di Fausto fossero fotografati, le sue case preservate per le prossime generazioni. Si fa gia’ molto a livello locale, il sindaco di Castellania e’ molto attivo, ci sono le associazioni le fondazioni ed i mecenati che operano al fine di mantenere vivo il ricordo del nostro concittadino, cio’ che ho cercato di fare attraverso le pagine del libro”. Il 2010 e’ il cinquantesimo dalla scomparsa il 2019 sara’ il centenario della nascita...forse qualcuno dovrebbe gia’ pensarci. L’opera e’stata anche donata dall’autore al vincitore del Giro d’Italia 2010, Ivan Basso, durante la tappa Novara Novi Ligure e si legge con estrema scorrevolezza. Dolcissime alcune pagine dedicate all’infanzia del giovane Fausto in un accurato ritratto di un Paese che ormai sopravvive offuscato solo nella memoria in bianco e nero dei vecchi della generazione del Campionissimo, e quelle dedicate agli amori di Fausto, intepretando un carattere schivo che aveva difficolta’ a comunicare i propri sentimenti anche se li manifestava negli altri mille modi in cui il cuore umano puo’ esprimersi.

Il libro si puo’ acquistare sul sito www.vivacoppi.it. oppure all’indirizzo

acquisti@vivacoppi.it

Sagida Syed

 

 

 


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