Viva
Coppi
FilippoTimo,
IvanBasso
Chi
non
se
lo
immagina
Fausto
Coppi,
ragazzetto
di
sette
o
otto
anni
che
con
la
sua
prima
bicicletta
scende
(e
poi
risale)
la
strada
che
da
Castellania
lo
porta
a
Carezzano
dove
frequenta
la
scuola
elementare,
poi
a
Villalvernia
dove
coltiva
le
prime
amicizie
e
poi
a
Novi
Ligure
dove
fa
il
garzone
in
una
macelleria?
Chi
non
e’
scosso
da
un
brivido
osservando
le
dolci
colline
tortonesi
dove
Fausto
inizio’
ad
irrobustire
quei
formidabili
polpacci
che
lo
avrebbero
portato
in
giro
per
il
mondo
facendone
il
Campione
che
pedalo’
attraverso
gli
anni
Quaranta
e
Cinquanta
come
una
meteora
destinata
a
brillare
ancora
oggi?
Nell’immaginario
collettivo
Fausto
Coppi
e’
il
prototipo
del
selfmade
man:
dalle
origini
poverissime
ai
flash
dei
fotografi
e
alle
copertine
patinate
dei
rotocalchi
ad
una
ricchezza
e
popolarita’
immensa.
Ma
per
chi
e’nato
da
queste
parti
egli
fa
parte
della
propria
mappatura
genetica
impossibile
da
ignorare,
impossibile
da
non
amare.
Cosi’
Filippo
Timo,
classe
1983,
percorrendo
prima
sul
triciclo
poi
in
bicicletta
le
stesse
strade
del
famoso
concittadino,
crescendo
tra
i
ricordi
del
nonno
Angelo
amico
dei
fratelli
Coppi
e
sarto
di
Fausto,
cominciando
a
sfogliare
la
corposa
bibliografia
sull’Airone
di
Castellania
in
casa
del
padre,
matura
in
se’
l’idea
di
un
romanzo
storico
sul
Campionissimo,
che
comprenda
tutta
la
sua
epopea
di
ciclista
ma
anche
di
uomo
dal
destino
costellato
di
tragedie,
del
cittadino
del
mondo
ante
litteram
ma
sempre
legato
alla
sua
terra
tanto
che
il
paesaggio
nel
libro
“Viva
Coppi”
e’
protagonista
lui
stesso.
Incontriamo
Timo
nella
sua
abitazione
sulla
strada
verso
Castellania.
Laureato
in
Lettere
Moderne
all’Universita’
di
Pavia
dove
sta
completando
un
dottorato
in
Filologia
Moderna,
ha
unito
le
sue
due
passioni,
per
la
letteratura
e
per
l’eroe
della
sua
infanzia,
in
un
libro
di
venti
capitoli
che
da’
ampio
rilievo
anche
ai
periodi
tralasciati
dalle
altre
monografie.
“Comunicai
la
mia
decisione
di
scrivere
un
romanzo
su
Fausto
a
Marina,
la
figlia,
nel
giorno
del
suo
sessantesimo
compleanno,
nel
novembre
del
2007
e
inizio’
cosi’
questa
bellissima
avventura
che
si
e’
conclusa
a
gennaio
di
quest’anno.
Ho
consultato
le
monografie
dedicate
a
Coppi,
circa
novanta
dal
1947
ad
oggi
ma
mi
sono
soprattutto
basato
sui
ricordi
orali
delle
persone
che
lo
conobbero
direttamente,
soprattutto
Ettore
Milano
e
Sandrino
Carrea
i
due
gregari
a
cui
era
piu’
legato
e
con
cui
condivise
gioie
e
dolori”.
Certosino
come
un
filologo
Timo
non
si
e’
accontentato
di
filtrare
le
testimonianze
dirette
attraverso
la
lente
del
proprio
estro
letterario
che
rivela
una
penna
scorrevole
ed
uno
stile
semplice
diretto
e
per
questo
immediato
ma
ha
stabilito
una
rigorosissima
cronologia
delle
date
e
degli
eventi
della
vita
di
Fausto
in
modo
che
il
libro
potesse
essere
anche
un
documento
storico.
Da
esso
emerge
il
Fausto
popolare
e
quello
piu’
introverso.
“Sono
due
le
anime
di
questo
personaggio
-
continua
Timo.
Una
esteriore,
legata
alla
scalata
di
una
notorieta’
tanto
piu’
eccezionale
in
quanto
conquistata
partendo
dalla
poverta’che
condivideva
con
la
maggior
parte
degli
italiani
dell’epoca.
Una
fama
tale
al
punto
che
re
Baldovino
del
Belgio
dovette
aspettarlo
con
la
sua
corte
nell’anticamera
di
un
albergo,
prima
di
poterlo
incontrare.
Ad
essa
va
associata
la
sua
sfortuna
a
livello
umano.
I
lutti
in
famiglia:
il
padre,
l’amatissimo
fratello
Serse
(vittima
di
un
incidente
nel
1951
ad
un
giro
del
Piemonte)
che
gli
faceva
da
contraltare
per
il
carattere
socievole
e
divertente,
la
sorella
che
il
tumore
si
porto’
via
in
giovane
eta’,
nonche’
le
vicende
sentimentali
fino
alla
sua
stessa
morte,
giunta
improvvisa,
che
lo
ha
consegnato
all’Olimpo
degli
eterni
giovani.
E
poi
c’e’
l’anima
piu’
profonda,
ovvero
la
sua
bonta’
e la
sua
generosita’
di
cui
moltissimi
poterono
beneficiare.
In
primo
luogo
le
persone
che
lo
aiutarono
nella
carriera.
Si
ricordo’
sempre
di
loro,
avendo
anche
la
disponibilita’
economica
per
farlo,
senza
mai
sbandierarlo,
con
la
semplicita’
del
compaesano
a
cui
non
rinuncio’
anche
quando
divenne
una
stella
del
firmamento
sportivo.
Alla
conclusione
di
una
Milano
Sanremo
egli
lascio’
ai
suoi
gregari
tutti
i
doni,
le
medaglie
e i
mazzi
di
fiori
ad
eccezione
di
uno
che
era
stato
donato
dai
bambini
di
un
orfanotrofio
che
aveva
ricevuto
una
generosa
donazione
dal
Campione”.
Un
aspetto,
quest’ultimo
che,
in
un’epoca
di
scandali
nel
mondo
dello
sport,
compreso
il
ciclismo,
e di
caduta
libera
di
valori,
non
puo’-
che
confermare
la
sua
attualita’
al
di
la’
del
tempo
e
dello
spazio.
Forse
Fausto
(come
affettuosamente
lo
chiama
sempre
Filippo
Timo)
puo’
e
deve
essere
un
punto
di
riferimento
per
tutti,
non
solo
per
gli
sportivi.
Il
romanzo
che
tocca
le
corde
piu’
intime
della
sua
vita
straordinaria
ce
lo
riporta
a
noi
come
era,
anche
secondo
le
parole
di
Piero
Coppi,
il
cugino,
che
insieme
ad
altri
ammiratori,
collezionisti
e
mecenati,
ne
conserva
viva
la
memoria.
In
questa
corsa
contro
il
tempo
che
inevitabilmente
si
porta
via
i
testimoni
oculari
di
questo
personaggio
che
Castellania
ha
donato
all’Italia
e
l’Italia
al
mondo
intero
(in
Inghilterra
era
molto
amato,
anche
perche’,
prigioniero
di
guerra
in
un
campo
britannico
aveva
dimostrato
la
sua
umanita’
ed
amicizia
nei
confronti
dei
vari
ranghi
dell’esercito,
imparando
da
solo
l’inglese
e
diventando
amico
di
Orson
Welles)
Filippo
aggiunge:“
Mi
piacerebbe
che
le
memorie
che
riguardano
il
Campionissimo
fossero
istituzionalizzate:
che
i
luoghi
di
Fausto
fossero
fotografati,
le
sue
case
preservate
per
le
prossime
generazioni.
Si
fa
gia’
molto
a
livello
locale,
il
sindaco
di
Castellania
e’
molto
attivo,
ci
sono
le
associazioni
le
fondazioni
ed i
mecenati
che
operano
al
fine
di
mantenere
vivo
il
ricordo
del
nostro
concittadino,
cio’
che
ho
cercato
di
fare
attraverso
le
pagine
del
libro”.
Il
2010
e’
il
cinquantesimo
dalla
scomparsa
il
2019
sara’
il
centenario
della
nascita...forse
qualcuno
dovrebbe
gia’
pensarci.
L’opera
e’stata
anche
donata
dall’autore
al
vincitore
del
Giro
d’Italia
2010,
Ivan
Basso,
durante
la
tappa
Novara
Novi
Ligure
e si
legge
con
estrema
scorrevolezza.
Dolcissime
alcune
pagine
dedicate
all’infanzia
del
giovane
Fausto
in
un
accurato
ritratto
di
un
Paese
che
ormai
sopravvive
offuscato
solo
nella
memoria
in
bianco
e
nero
dei
vecchi
della
generazione
del
Campionissimo,
e
quelle
dedicate
agli
amori
di
Fausto,
intepretando
un
carattere
schivo
che
aveva
difficolta’
a
comunicare
i
propri
sentimenti
anche
se
li
manifestava
negli
altri
mille
modi
in
cui
il
cuore
umano
puo’
esprimersi.
Il
libro
si
puo’
acquistare
sul
sito
www.vivacoppi.it.
oppure
all’indirizzo
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Sagida
Syed
|